Toritto, la "Torre degli Spiriti": quel piccolo castello costruito da un solo uomo con le sue mani
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giovedì 24 aprile 2025
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di Francesco Sblendorio - foto Paola Grimaldi
Siamo così andati a visitare la Torre accompagnati da Donato Lavecchia, membro della Pro Loco di Toritto. Con lui abbiamo ripercorso la storia di Tonino, la quale ci ha ricordato quella di altre tenaci persone che, da completi autodidatti, hanno dedicato la loro vita alla costruzione di grandi e particolari edifici. Come Leonardo Castellaneta ideatore della “Villa del Masciaridde”, Stefano Schettini mente della “Italia in miniatura”, Luigi Mazzilli creatore di “Villa Fantasy” e Giulio Policarpo che ha decorato la “Casa di conchiglie”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo dunque a Toritto. Dalla centrale piazza Moro ci dirigiamo verso il campo sportivo per andare poi a inoltrarci nell’agro della cittadina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Mentre percorriamo verso sud strada comunale Murgia del Termite, Lavecchia ci parla di Tonino. «Era un vero spirito libero – racconta -: uno che nella vita ha fatto mille cose, impegnandosi però sempre per il territorio e la comunità. Di professione infermiere, scelse di non mettere su famiglia ma di dedicarsi alle attività più varie: ha gestito un centro sportivo, è stato presidente di una scuola calcio, ha fondato associazioni culturali. A Toritto era amato da tutti, tanto da ricevere, poco prima di morire nel dicembre del 2024, il riconoscimento della Civica Benemerenza in quanto simbolo dell’identità cittadina ed esempio di umanità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel frattempo eccoci giunti all’incrocio con strada vicinale Macchia di Luca. Ed è proprio qui, all’interno di un appezzamento di terreno delimitato da un tipico muretto a secco, che si trova la Torre degli Spiriti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A introdurre la struttura c’è un arco in tufo sostenuto da due pilastrini in pietra calcarea. In uno di essi notiamo un volto con le sembianze di un anziano con il cappello, realizzato a rilievo all’interno di una piccola nicchia. «È un autoritratto di Tonino, una sorta di maschera apotropaica: ne troveremo numerose e alcune ci aiuteranno a capire perché la “Torre degli Spiriti” si chiama così», ci anticipa Donato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Superato l’arco di ingresso ci immergiamo in una distesa di ulivi, mandorli e piante di rosmarino. Il campo presenta un leggero avvallamento, che forse in passato ospitava il corso di un torrente. Sulla sinistra si erge invece il rudere di un vecchio pagliaro, caratteristico edificio in pietra dell’agro barese. Ha la volta crollata, ma si distinguono ancora i muri esterni affiancati da strette scalette.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E pochi metri più in là ecco la soprendente Torre degli Spiriti, che appare come un piccolo castello con tanto di torretta sulla quale svetta una bandiera dell'Italia. (Vedi video)
Realizzata interamente in pietra calcarea murgiana poggia su uno strato roccioso che affiora dal terreno. Sul lato sinistro il prospetto si presenta diviso in due livelli: in quello più basso si apre un ampio arco di ingresso affiancato da due aperture laterali il quale, tramite un cancelletto, immette nel cortile interno. Lo schema a tre archi si ripete al piano superiore, dove attraverso le finestrelle si scorgono, sul muro di fondo, altre due maschere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Questi sono i volti del padre e della madre di Tonino – ci spiega Lavecchia –. È a loro del resto che l’edificio è dedicato: gli spiriti che danno il nome alla torre sono in realtà i genitori del costruttore ritratti nella pietra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Girando attorno al fabbricato di maschere come queste ne vediamo altre, con espressioni sempre diverse: dal minaccioso al corrucciato. «Ad alcune Bartolomeo ha dato anche un nome – sottolinea la nostra guida -: ad esempio il volto che pare gridare è “l’urlo di Munch”, quello con un solo occhio “Polifemo”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Notiamo come la struttura sia dotata di un sistema di recupero dell’acqua. Dalla pietra spuntano infatti un rubinetto e un lavello. È qui che giungono le acque accumulate sul terrazzino, appositamente progettato in pendenza per raccogliere la pioggia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ogni lato della struttura ha poi degli archi con cancelletti in legno o in ferro che portano all’interno. Entriamo da uno di questi e, superato un piccolo vestibolo coperto, accediamo al cortile diviso in due da un’ampia arcata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ecco la zona cucina-salotto dove Tonino amava organizzare le cene con gli amici», scherza Donato. Le tracce di queste allegre serate sono ancora ben visibili. Piccole mensole con piatti, bottiglie e stoviglie in terracotta fanno da cornice a un caminetto che conserva della legna e qualche pentola usata. Poco più in là due stretti archi introducono in un ambiente arredato con un paio di mobiletti in compensato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma è in particolare una foto impolverata, incollata su una tela appoggiata in un angolo, ad attirare la nostra attenzione. È uno scatto di inizio anni 90 che ritrae una formazione giovanile della Equilibrium Toritto. «La squadra di calcio di cui Tonino era presidente – rivela Lavecchia –: lui è il primo in alto a sinistra».
Dal piano terra saliamo e raggiungiamo quello che dal basso pareva un terrazzino: in realtà è uno stretto camminamento che segue il perimetro dell’edificio. Come in un vero castello, il muro di cinta è ritmato da una merlatura realizzata con blocchi di pietra irregolari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da qui si ha una completa visione dall’alto del cortile sottostante. «Bartolomeo ha creato uno spazio scoperto e recintato sul modello di antiche costruzioni rurali che offrivano alle greggi un riparo dai lupi - spiega la nostra guida -. Ma tutto l’edificio è una sorta di monumento all’ambiente bucolico e murgiano in particolare. L’intero castelletto è stato infatti realizzato posando una sull’altra le pietre della Murgia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Saliamo infine al piano superiore della torre dal quale si distinguono i centri abitati di Toritto e Palo del Colle. «Ma nelle giornate più limpide si vedono bene anche Bari e l’Adriatico – rivela Donato -. Per Tonino infatti questa torre doveva mettere in relazione con un solo sguardo la campagna e il mare: le due anime del territorio pugliese da lui tanto amato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Paola Grimaldi e Gaia Agnelli) la nostra visita alla “Torre degli spiriti”:
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